Le principali misure
ESTENSIONE DEL CREDITO D’IMPOSTA – Il meccanismo del credito d’imposta da ottobre varrà quindi per tutte le imprese. Fino al 30 settembre è confermato l’attuale meccanismo, con credito d’imposta al 25% per le imprese energivore e al 15% per le altre imprese con consumo maggiore di 16,5 MW. Per i mesi di ottobre e novembre è previsto un rafforzamento, con soglia del 25% per le imprese energivore e gasivore e al 40% per tutte le imprese che consumano gas.
BOLLETTE – Garanzia statale sui prestiti alle imprese in crisi di liquidità per il caro bollette, con accordi da sviluppare con le banche per offrire i prestiti al tasso più basso, in linea con il Btp. È stata anche confermata la riduzione delle accise su gasolio e benzina fino a tutto novembre, con prossimo decreto ministeriale.
SCONTO SUI CARBURANTI – Per arginare l’aumento dei costi, il 14 settembre scorso il ministro dell’Economia, Daniele Franco, e quello della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, hanno firmato anche un decreto interministeriale che proroga fino al 17 ottobre le misure attualmente in vigore per ridurre il prezzo finale dei carburanti. Si estende così fino a tale data il taglio di 30 centesimi al litro per benzina, diesel, gpl e metano per autotrazione.
Federazione Moda Italia: «Piccolo ma importante segnale per i negozi di moda»
L’estensione alle imprese non energivore e gasivore del credito d’imposta «è un piccolo ma importante e doveroso segnale di attenzione. I 178.127 negozi di moda, tessile, abbigliamento, calzature, pelletterie e accessori in Italia potranno, almeno in parte, affrontare l’autunno con maggiore consapevolezza e contenere gli incrementi dei costi energetici e di gas per ottobre e novembre che risulterebbero altrimenti sempre più insopportabili». Così il presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Giulio Felloni, per il quale «restano vive le richieste di attenzione alla politica con l’obiettivo di vedere riconosciuto nel prossimo futuro un credito d’imposta sui canoni di locazioni commerciale oltre al blocco degli aumenti Istat e all’indispensabile riduzione del cuneo fiscale».