“Ipotesi per il futuro degli anziani. Tecnologie per l’autonomia, la salute e le connessioni sociali”. È il titolo del libro a cura del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli e del professor Marco Trabucchi presentato il 29 giugno nella sede milanese della Confederazione in corso Venezia a Milano.
Su invito di 50&Più Lombardia e del suo presidente Domenico Copreni, affiancati da Valerio Urru (coordinatore nazionale del servizio informazioni e studi di 50&Più), i due autori hanno presentato il volume edito da “il Mulino” davanti a una platea di soci arrivati in rappresentanza di molti associazioni provinciali lombarde.
Copreni, presidente di 50&Più anche della nostra provincia, ha introdotto gli interventi. Dopo di lui Trabucchi che si è soffermato sulle fragilità dell’anziano nel tempo del progresso e sulle capacità degli over 65 di gestire la tecnologia nel futuro. Infine Urru, che ha relazionato sui pericoli della Rete, ovvero sulla sicurezza dell’anziano che la adopera ed è spesso facile vittime dei truffatori online.
Ma il primo a prendere la parola è stato il “padrone di casa”, il presidente Carlo Sangalli, che ha voluto inquadrare importanza e contenuti del volume, necessario strumento per l’anziano travolto come e più di tutti nel processo di adeguamento al digitale, enormemente accelerato dalla pandemia.
Di seguito il suo intervento
Il punto di partenza del libro è la percezione e l’utilizzo della tecnologia da parte dei senior. Dall’utilizzo dei dispositivi elettronici alla privacy, dall’uso dei social network alle applicazioni dell’intelligenza artificiale sui servizi sanitari e assistenziali.
Insomma, il punto di partenza consiste nel rendersi conto che tecnologia e terza età non sono mondi distinti. Anzi, sono due mondi complementari che possono creare innovazione e crescita sociale con vantaggi reciproci anche perché nella silver economy le vie di applicazione della tecnologia sono “infinite”.
Come emerge da questo volume, l’anziano è una risorsa importante per l’economia e lo sarà sempre di più, soprattutto se dotato degli strumenti e delle possibilità per contribuire.
Si stima che la Silver Economy (considerata quella degli over 65) valga tra il 20 e il 30% del PIL del nostro Paese, alimenti il mercato dove operano circa 5 milioni di lavoratori, e consenta ogni anno la creazione di moltissime nuove start-up destinate ai servizi per la fascia della popolazione anziana.
C’è poi un tema di rappresentanza. È importante dare la giusta voce al mondo dei “diversamente giovani” L’Italia conta circa 16 milioni di pensionati, di cui 12 milioni sono iscritti alle varie associazioni di rappresentanza. Si tratta di un mondo che –spesso in modo silenzioso- sostiene pesi importanti e che è chiamato ad affrontare grandi sfide per la ricostruzione del post-COVID.
È un mondo che, per l’andamento della demografia, cresce numericamente negli anni e merita la giusta attenzione e il giusto riconoscimento.
Per farlo, per mettere a valore la Silver Economy, ci sono due strade principali che proprio il nostro libro racconta. Da una parte, l’utilizzo consapevole della tecnologia e dei mezzi di comunicazione. E, dall’altra, ci sono le organizzazioni di rappresentanza come le nostre, che danno voce e direzione a questo mondo che non per forza deve essere fatto di fragilità e solitudini.
Dunque, se la missione di 50&più è quella di favorire l’active aging, l’invecchiamento attivo, la visione che dobbiamo promuovere è proprio questa: la generazione senior come risorsa vitale del Paese, utile al Paese, a disposizione del Paese.
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