Un gruppo di donne che conforta il giovane soldato russo stremato e sotto choc. Lo sfamano, gli danno un tè caldo e con il loro cellulare chiamano la madre del ragazzo, perché lui sopraffatto dall’emozione non riesce a parlare: «Non preoccuparti Natasha, tuo figlio è vivo e vegeto. Ti chiamerà dopo».
Il 15% della resistenza ucraina è composto da donne. Sono 36 mila le soldatesse (di professione o volontarie) che in questi giorni stanno difendendo il loro Paese. Tolti gli abiti civili, hanno imparato a costruire barricate, lanciare bombe molotov, mattoni e granate contro miliziani, poliziotti e “ribelli”. Anaconda, 19 anni, così spiega la scelta di arruolarsi: «Non potevo continuare a guardare i nostri uomini morire, mentre io rimanevo ferma. Questo è il mio Paese e la mia gente».
Stanno arrivando in Italia insieme ai loro figli. I nostri Comuni le stanno accogliendo, anche in provincia di Varese. Tutte le immagini di queste donne arrivate dopo dieci giorni di viaggio qui al sicuro, in fuga dall’orrore della guerra, sono identiche: lo sguardo fiero velato dal sollievo di essere riuscite a fuggire. Ma nello stesso sguardo si legge la disperazione per quello che hanno lasciato, si legge il terrore per quello che sarà, la disperazione più grande per mariti, fidanzati, fratelli, padri, zii, parenti, amici che stanno combattendo e che non sanno se e quando rivedranno.
Tre flash, tre immagini, che raccontano le donne ucraine, eroine dentro e fuori il loro Paese, aggredito con violenza inaudita dai “fratelli russi”.
Il pensiero del Td
A loro oggi, 8 marzo, Festa della Donna va il pensiero del Terziario Donna della provincia di Varese, della presidente Cristina Riganti e di tutto il Consiglio, insieme a quello del Terziario Donna nazionale.
Il pensiero va a chi è rimasta in Ucraina a combattere e a soccorrere il soldato nemico.
Il pensiero va a chi è fuggita, a quelle madri sole con i loro figli che ora sono in città mai viste prima e che vanno accolte e sostenute emotivamente ed economicamente.
Violenze sessuali di guerra
Ma il pensiero va anche a ciò che ogni conflitto bellico porta con sé: l’esplosione delle violenze di genere, pericolo enorme messo in evidenza dalla direttrice esecutiva dell’Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere Sima Bahous: «La situazione attuale mette a repentaglio la sicurezza di tutti gli ucraini ed espone in particolare le donne e le ragazze a un rischio maggiore di violenza sessuale e di genere, in particolare quelle rifugiate o comunque sfollate dalle loro case».
Il messaggio
Il Terziario Donna è al fianco delle sorelle ucraine e farà tutto il necessario affinché si mantenga alta l’attenzione sul destino delle donne nel conflitto ucraino. Il pericolo della scomparsa mediatica delle donne in un momento delicato come questo è che le conseguenze devastanti che soffriranno passeranno inosservate o saranno considerate come semplici danni collaterali.
Questo non deve accadere, il Td continuerà a parlarne e a denunciare.
Il Terziario Donna dice No alla guerra e Sì alla pace.